Quando parliamo di sicurezza degli edifici e degli impianti, il rischio di fulminazione è un aspetto spesso sottovalutato. Eppure, un fulmine può causare danni significativi, fino a innescare incendi che mettono in pericolo sia le strutture sia le persone che vi lavorano o vi abitano. Per valutare correttamente questo rischio, esistono procedure e strumenti specifici, come i software di calcolo basati sulla norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2).


Il Documento di Valutazione del Rischio Fulminazione

La prima tappa è la redazione del Documento di Valutazione del Rischio Fulminazione. Questo passaggio prevede:

  1. Sopralluogo in sito per raccogliere tutti i dati fondamentali (caratteristiche dell’edificio, tipologia degli impianti, localizzazione, presenza di eventuali sistemi di protezione).
  2. Inserimento dei dati rilevati in un software dedicato, che permette di stimare con precisione il rischio di fulminazione.

Il principio alla base è che, se il valore di rischio calcolato supera il rischio tollerabile (RT), occorre adottare sistemi di protezione contro il fulmine (ad esempio, captatori, gabbie di Faraday, scaricatori). Al contrario, se il rischio di fulminazione risulta inferiore all’RT, la struttura viene considerata “auto protetta”.


Fattori Chiave nel Calcolo

Il calcolo del rischio di fulminazione tiene conto principalmente di tre fattori:

  1. Ng – Numero annuo di fulmini pericolosi.
  2. P – Probabilità di danno dovuta al fulmine.
  3. L – Entità del danno che può derivare dall’evento.

Tutti questi elementi vengono combinati per fornire un quadro chiaro della situazione, consentendo di individuare le misure di sicurezza necessarie.


L’Importanza delle Protezioni Antincendio

Un aspetto fondamentale per ridurre il rischio di fulminazione è la presenza di protezioni antincendio adeguate. Se un fulmine innesca un incendio, avere a disposizione presidi funzionali e tempestivi può fare la differenza. Ne esistono di due tipi:

  • Manuali (es. idranti, estintori), attivati dal personale.
  • Automatici (es. impianti sprinkler o di spegnimento a gas), che si attivano autonomamente in caso di rilevamento di fumo o calore.

Perché questi sistemi siano davvero efficaci anche nel caso di incendio innescato da fulmine, è importante che:

  • Siano correttamente protetti da SPD (dispositivi di protezione contro le sovratensioni), evitando che un fulmine possa danneggiare l’impianto antincendio stesso.
  • Vengano manutenuti regolarmente per garantire un intervento rapido e sicuro in caso di emergenza.

Conclusioni

La valutazione del rischio di fulminazione, unita a sistemi antincendio ben progettati e protetti, rappresenta uno dei pilastri della sicurezza per gli edifici. Solo un’analisi approfondita, condotta da professionisti competenti e supportata da software specifici, può stabilire con certezza se un immobile abbia bisogno di ulteriori misure di protezione o se risulti già auto protetto.

In ogni caso, un impianto antincendio affidabile e aggiornato rimane un alleato prezioso per contenere i danni in caso di folgorazione o di altri eventi critici. Ecco perché la collaborazione tra esperti di fulminazione e addetti alla prevenzione incendi è essenziale: insieme, possiamo creare edifici veramente sicuri, capaci di resistere alle sfide poste dalla natura e dalle attività umane.

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