La pandemia di COVID-19, ovvero il tristemente famoso Coronavirus, ha costretto milioni di italiani alla reclusione casalinga, ma non ha bloccato totalmente l’operatività di diverse tipologie di aziende.
Il diffondersi del virus ha rivoluzionato la nostra quotidianità e, di conseguenza, anche le abitudini lavorative. Uno dei pochi fattori positivi in questo momento molto difficile è la diffusione dello smart working, unico modo per evitare il contagio in ufficio o prendendo i mezzi pubblici per fare il tragitto casa-lavoro.
La possibilità di lavorare direttamente da casa ha permesso a diverse imprese di portare avanti progetti o le comuni attività degli uffici senza mettere in pericolo i dipendenti e rispettando i DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) emanati dal Governo per gestire questa crisi sanitaria ed economica.
Molto probabilmente questa è stata la vera rivoluzione dell’attuale mondo del lavoro, che si è trovato a testare forzatamente uno strumento utile e strategico come il lavoro agile (altro modo di chiamare lo smart working).
Tuttavia, anche lavorare da casa comporta dei rischi per la sicurezza individuale e bisogna fare attenzione a diverse cose.
Facciamo un poco di chiarezza e vediamo qualche consiglio utile.
Cos’è lo smart working?
Come scritto nell’avviso del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali divulgato a marzo 2020:
“Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
In realtà la definizione di smart working è precedente a questa informativa pubblicata durante il periodo del Coronavirus, infatti proviene dalla Legge n. 81 del 22 maggio 2017 “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”.
La legge dice che questo tipo di lavoro a distanza deve essere sviluppato sulla base di un accordo tra datore di lavoro e dipendente e, naturalmente, deve essere svolto attraverso strumenti adeguati che permettano di svolgere le attività da remoto.
Chi lavora da casa o da altro luogo deve avere le stesse garanzie e trattamenti di coloro che lavorano nella sede dell’azienda.
I rischi del lavoro da casa
Anche se si lavora dalla propria abitazione non bisogna scordarsi della sicurezza.
I pericoli più comuni che sono presenti in un ambiente domestico trasformato in luogo di lavoro sono:
- Stanze disordinate che presentano ostacoli come, ad esempio, cavi che corrono sul pavimento e che possono provocare scivolamenti, inciampi o cadute
- Elettricità, ad esempio l’utilizzo contemporaneo di troppe prolunghe e prese multiple
- Temperatura. Posizionare il computer vicino a fonti di calore può generare problemi di surriscaldamento
- Mancanza di areazione. L’accumulo di aria viziata all’interno della stanza in cui si lavora non è salutare
- Non sapere come agire in caso d’incendio. Per lavorare in totale sicurezza è importante conoscere le vie di uscita e il piano di emergenza ed evacuazione dell’abitazione in cui si svolge il telelavoro
Aggiungere alle proprie routine casalinghe anche quelle del proprio mestiere significa avere molte più variabili da gestire per tutelare l’incolumità propria e delle altre persone che abitano con noi. Valutare con attenzione i rischi che si hanno attorno permette di agire preventivamente.
Consigli per lo smart working in sicurezza: posizione ed ergonomia
Oggi, grazie alla tecnologia e agli strumenti che abbiamo a disposizione, anche lavorando a distanza riusciamo a rimanere sempre in contatto. Questo permette ai lavoratori di confrontarsi tra loro e con i propri clienti al fine di garantire un servizio di qualità anche in un momento così difficile e delicato per tutti.
Rispettare alcune misure di prevenzione, sicurezza e benessere può aiutare il lavoratore a tutelare la propria salute e quella di chi gli sta intorno.
L’area di lavoro di uno smart worker dovrebbe essere chiaramente definita all’interno della casa e avere caratteristiche che permettano alla persona di operare senza generare problemi per la salute.
La postazione da cui si lavora deve avere i seguenti requisiti:
- Corretta vicinanza al monitor per non sforzare gli occhi (l’altezza del piano di lavoro, fissa o regolabile, deve essere indicativamente compresa fra i 70 e gli 80 cm)
- Evitare riflessi sullo schermo e luce solare diretta
- Sedia posizionata accuratamente in modo che lo schermo del computer sia all’altezza degli occhi per non dover allungare il collo o alzare e abbassare il mento
Bisogna avere una certa disciplina anche quando si è in smart working e, in particolare, è necessario fare attenzione alla propria postura per evitare lombalgia e/o tendiniti e fare delle brevi pause per prevenire l’affaticamento di occhi e collo.
Le indicazioni della legge per il lavoro agile
Alcune raccomandazioni e comportamenti consigliati sono evidenziati nell’informativa sulla salute e sicurezza nel lavoro agile ai sensi dell’art. 22, comma 1, l. 81/2017.
È raccomandata la diligente cooperazione dei lavoratori per mettere in atto correttamente le misure di prevenzione e protezione predisposte dal datore di lavoro al fine di minimizzare i rischi negli luoghi di lavoro indoor e outdoor.
Per non avere problemi a breve e a lungo termine non si devono attuare azioni rischiose per l’incolumità propria e di chi si ha attorno quando si svolge il lavoro agile.
Lo smart working dovrebbe essere fatto in ambienti che rispettino le indicazioni previste dall’informativa.
Infine, in caso si notino elementi che possono mettere a rischio la salute, si deve fare segnalazione al datore di lavoro.
Gestirsi Service da sempre è un punto di riferimento per la sicurezza e anche durante la battaglia contro il COVID-19 vuole restare accanto ai propri clienti e a tutti coloro che hanno bisogno di informazioni.