La sicurezza sul lavoro passa anche dalla protezione contro i fulmini, un rischio spesso sottovalutato ma fondamentale per garantire l’incolumità delle persone e la tutela delle strutture. Nel Capo III del Titolo III del D. Lgs. 81/08, il rischio di fulminazione, sia diretta che indiretta, è incluso tra i rischi di natura elettrica che il datore di lavoro deve valutare con attenzione.
Cosa prevede la normativa?
L’articolo 84 del D. Lgs. 81/08, dedicato alla protezione dai fulmini, stabilisce che il datore di lavoro deve garantire che edifici, impianti, strutture e attrezzature siano adeguatamente protetti dagli effetti dei fulmini, adottando soluzioni conformi alle norme tecniche.
Per fare ciò, è necessario eseguire una valutazione specifica del rischio di fulminazione, che è distinta dal rischio elettrico generico. Quest’ultimo si riferisce principalmente al rischio di folgorazione o elettrocuzione, cioè al passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano a causa del contatto diretto o indiretto con una fonte di energia.
La norma CEI EN 62305-2
La modalità per valutare il rischio di fulminazione, considerando tutti i possibili effetti del fulmine su un edificio o impianto, è definita dalla norma CEI EN 62305-2. Questa normativa fornisce una guida completa per analizzare il rischio e adottare le misure più adeguate per mitigarlo.
Cosa deve fare il datore di lavoro?
Il datore di lavoro ha un ruolo cruciale:
- Incaricare un professionista competente per effettuare la valutazione del rischio di fulminazione.
- Adottare misure di sicurezza tecniche e organizzative per ridurre il rischio identificato.
- Considerare il calcolo del rischio di fulminazione come parte integrante delle strategie di sicurezza antincendio, come indicato dal Cap. S.10.5 del D.M. 03/08/2015 e s.m.i..
La sicurezza è una priorità
Proteggere le strutture e i lavoratori dagli effetti dei fulmini non è solo un obbligo normativo, ma anche una responsabilità fondamentale per la sicurezza e la continuità delle attività.
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